Lavorare all’estero: intervista a Simone Formica

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In questo periodo, mentre alcuni staff tecnici sono nel pieno del lavoro nel periodo preparatorio, altri, in attesa di nuove opportunità, ne approfittano per studiare e aggionrarsi. È questo, ad esempio, il caso di Simone Formica, match analyst professionista che abbiamo intervistato per farci raccontare la sua esperienza.

Per cominciare, parlaci un po’ di te…

Sono nato a Roma il 20/04/1987.  Sono laureato in scienze motorie (2010) e da subito ho iniziato a lavorare nel mondo del calcio. Ho iniziato come istruttore della scuola calcio per la Lodigiani, dove ho lavorato per 5 anni. Al termine di questa esperienza sono passato alla Lazio, sempre nel settore giovanile, per  poi arrivare alla Roma, società nella quale sono rimasto per ben 6 anni. Dal 2022 al 2024 ho fatto il salto con   i professionisti, lavorando per l’HNK Rijeka in Croazia, dove ho svolto il ruolo di Match   analyst della prima squadra.

Ho iniziato la mia esperienza alla Lodigiani con il patentino di allenatore di giovani calciatori e piano piano, nel corso degli anni, ho lavorato sulla mia formazione, arrivando a conseguire il patentino UEFA B. Durante la mia esperienza alla Roma ho approfondito un ambito che mi interessava moltissimo, quello della videoanalisi tattica, conseguendo prima l’attestato SICS di Video Analista Tattico ed in seguito svolgendo il corso federale di Match   Analysis a Coverciano con una tesi dal nome “Il centrocampista centrale moderno – Compiti e funzioni”. Sono anche un osteopata.

Da allenatore a match   analyst…com’ è stato il passaggio dal ruolo di tecnico a quello di analista?

Il lavoro nei settori giovanili è stata una parte fondamentale del mio percorso, credo che nella formazione di un allenatore sia un passaggio importantissimo.

Quando sei un tecnico hai la responsabilità di ogni cosa che succede, devi pensare ad ogni aspetto e hai l’ultima parola su tutto, da match analyst il tuo campo di intervento si restringe ed il lavoro diventa più specifico, ma sicuramente non meno impegnativo. Il ruolo da collaboratore è un ruolo molto delicato, devi saper lavorare con efficacia rispondendo alle richieste dell’allenatore nel minor tempo possibile. Inoltre, il tuo ruolo nei confronti del gruppo squadra è differente e devi cambiare le tue modalità comunicative.

Lavorare con i giovani mi ha dato tantissimo, mi ha insegnato a comunicare in modo efficace ma,  soprattutto, ad ascoltare in modo efficace. I ragazzi sono a tua completa disposizione, si fidano cecamente e sono affamati di sapere calcistico. Con i giocatori professionisti devi comunicare in modo differente, hanno un percorso cha parte da più lontano e devi esser bravo a guadagnarti la loro fiducia giorno dopo giorno.

Il salto a livello di prime squadre è avvenuto fuori dei confini italiani, quando sei stato chiamato da Serse Cosmi per fare un’esperienza al Rijeka. Come sei finito lì?

Ne approfitto per ringraziare pubblicamente il mister che ha creduto in me dandomi la possibilità di dimostrare il mio valore.

Nel 2022 il mister era alla ricerca di un match analyst e ho avuto la fortuna di trovarmi al posto giusto al momento giusto. Da quel momento sono entrato a far parte del suo staff e a settembre siamo stati chiamati a Rijeka.

Cosa puoi dirci del lavoro che svolgevi in Croazia? Che ruolo avevi nello staff di Cosmi?

Il mio ruolo era quello di match analyst, mi occupavo di tutto quello che riguardava la parte di analisi (team Studio, match studio, analisi dati, analisi allenamenti). Inoltre svolgevo il ruolo di collaboratore tecnico in campo, partecipando attivamente alla programmazione e allo svolgimento degli allenamenti settimanali.

Spesso si sottovaluta quanto impegno sia necessario per fare questa professione: tu quante ore al giorno lavoravi di media?

Il tempo è sicuramente un aspetto centrale di questo lavoro. Si può dire che non si stacchi mai la spina, le partite da guardare e gli aspetti su cui lavorare sono davvero tanti. Mi capita molto spesso di lavorare anche di notte, soprattutto quando ci sono settimane in cui giochi 3 partite. Mediamente analizzo dalle 15 alle 20 partite a settimana, inoltre in questo conto vanno inserite anche le analisi degli allenamenti. Nonostante le molte ore di lavoro, guardare partite               di calcio come mestiere è sicuramente un privilegio, meglio non scordarlo mai.

Su cosa concentri il tuo lavoro in fase di analisi dell’avversario?

Banalmente inizio guardando le partite, cercando di liberare il cervello da ogni pregiudizio che si possa avere sulla squadra in questione. In seguito poi mi concentro sui dati, ma solo in un secondo momento. Faccio questo perché non voglio farmi influenzare dai dati stessi.

Inizio ad analizzare una squadra ponendomi alcune domande generiche, ade sempio: esempi:

  • tatticamente e mentalmente sono una squadra che ama giocare o preferisce difendere ed utilizzare il contropiede?
  • è una squadra che soffre l’alta intensità?
  • in che periodo della stagiono sono?
  • utilizzano il pressing? Se sì in quali zone?

Questi sono solo alcuni dei quesiti che ci interessano per presentare brevemente la squadra avversaria.

Successivamente mi concentro sulle varie fasi di gioco (fase offensiva, fase difensiva, transizioni offensive e difensive):

  • prediligono una costruzione posizionale o un gioco diretto?
  • quanti giocatori utilizzano per costruire? Quanti per invadere?
  • sono abili ad attaccare la linea ed a occupare l’area? Se sì, con quali giocatori?
  • quali sono le caratteristiche tecniche e fisiche individuali degli attaccanti? FASE DIF
  • sono aggressivi sul calcio di rinvio avversario? A che altezza si posizionano?
  • utilizzano una marcatura uomo su uomo?
  • i centrocampisti danno buona copertura alla linea difensiva?
  • come scalano sulle corsie laterali?
  • la linea difensiva rimane alta?
  • quali giocatori sono meno abili nei duelli?

Un aspetto di notevole importanza sono inoltre le palle inattive, situazioni sulle quali lavoriamo molto in settimana.

Il campionato croato è sempre stato una fucina di talenti, ma non è molto conosciuto. Qual è il  livello tecnico e tattico che hai riscontrato?

Personalmente sono rimasto favorevolmente sorpreso dal livello del campionato croato, ci sono tanti giocatori di qualità con una grande attitudine al lavoro.

Inoltre ci sono molti giovani che si fanno largo, mettendosi in mostra  con personalità.

Quali allenatori ti hanno impressionato di più?

La preparazione dei tecnici è molto alta ed è stato molto bello confrontarsi con ognuno di loro. Ho avuto la possibilità di analizzare squadre molto forti e tatticamente preparate, imparando molto da ogni singola situazione che mi si presentava.

Oggi nella Hrvatska nogometna liga (la Serie A croata) si trovano due allenatori italiani: Gennaro Gattuso con l’Hajduk Spalato e Federico Coppitelli (ex campione d’Italia Primavera col Lecce) alla guida dell’Osijek. Che difficoltà e che impatto potranno avere secondo te?

Parliamo di due allenatori fortissimi e preparati ma con percorsi differenti, sono molto curioso di vedere come potranno far giocare le loro squadre.

Secondo me rimarranno favorevolmente colpiti dal movimento calcio croato ed allo stesso tempo porteranno le loro esperienze, arricchendo quello che è già un calcio di altissimo livello.

Il calcio in Croazia è molto seguito, ma non è l’unico sport nel quale i croati sono ai vertici mondiali. Che puoi dirci del rapporto di quel popolo con lo sport a 360 gradi?

Il rapporto che hanno con il calcio e con lo sport è incredibile.

La Croazia ha circa 4 milioni di abitanti ed eccelle in tantissimi sport, questo dato già ci dà una parziale risposta alla tua domanda. Amano il calcio e lo sport in generale, ma prima di tutto sono innamorati della loro nazione e questo li spinge a sacrificarsi per essa con grande entusiasmo ed amore. Questo aspetto mi ha colpito moltissimo e credo dovremmo imparare da loro riguardo molte cose.

In questo periodo di pausa forzata cosa stai facendo? Quali proposte e quali tecnici stai studiando più da vicino?

Nel nostro lavoro può capitare di avere dei periodi di inattività, credo che debbano essere utilizzati con grande intelligenza per aumentare il proprio bagaglio di conoscenze e per arricchirsi, non solo nell’ambito calcistico.

Sto studiando molto, sto guardando molte partite e sto viaggiando tanto per andare a vedere tanti allenamenti. Guardo molte partite e mi piace studiare tanti allenatori. Nell’ultimo periodo, in particolare, mi sono soffermato su due squadre guidate da tecnici che hanno fatto vedere cose molto interessanti, il Girona di Michel ed il Bologna di Motta. Un altro allenatore che seguo con attenzione e curiosità è Fernando Diniz.

Inoltre sono molto appassionato di psicologia e neuroscienze e in questo periodo ne sto approfittando per approfondire questi ambiti.

Quando finisce un’esperienza faccio sempre un resoconto, analizzo le cose positive ma soprattutto le situazioni che vorrei migliorare. Da qui parto per lavorare su me stesso e per creare un piano di studio.

Il mio prossimo obiettivo sarà quello di partecipare al Corso UEFA A per aggiungere un altro mattone alla mia formazione.

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