È tornata l’Olanda?

Published by

on

Occupazione dei mezzi spazi, contro pressing, superiorità posizionale, ricerca dell’uno contro uno con le ali, palla che si muove fra vari giocatori che occupano le rispettive posizioni…il manuale del calcio posizionale è stato perfettamente applicato dall’Olanda nella vittoriosa sfida contro la Romania, valevole per gli ottavi di finale di questo Euro 2024.

Anche se con una interpretazione forse troppo statica, la struttura offensiva olandese è riuscita ad avere la meglio su una nazionale rumena che non è riuscita a replicare quanto di buono visto nelle prime tre uscite in Germania…se si eccettuano i primi quindi minuti di partita.

Solo in quel frangente infatti si è visto di cosa sono capaci i giocatori dei Carpazi. La squadra di Edward Iordănescu infatti pressava forte, conquistando diversi palloni e trasformandoli in pericolose transizioni brevi.

Col passare dei minuti però l’Olanda si riorganizzava e cominciava a controllare meglio la palla (65% di possesso), determinando il contesto tattico e garantendosi un dominio sempre più evidente sulla partita, con la Romania che ha particolarmente sofferto l’occupazione posizionale degli spazi di mezzo da parte dei calciatori Oranje.

La squadra di Ronald Koeman riusciva a far ricevere molti palloni agli elementi che andavano a posizionarsi fra le linee di difesa e di centrocampo avversarie e che, da lì, erano poi in grado di smistare la sfera oltre l’ultima linea rivale o ai due esterni d’attacco, Cody Gakpo e Steven Bergwijn.

Quest’ultimo spesso entrava dentro al campo per giocare da secondo No.10 a fianco di Xavi Simons mentre Denzel Dumfries offriva ampiezza sulla fascia destra, attaccando un frastornato Vasile Mogoș (terzino sinistro della squadra di Iordănescu.

Proprio l’incapacità della Romania nel coprire efficacemente Bergwijn e Simons apriva di fatto agli olandesi una zona di rifinitura nella quale gli uomini di Koeman si sono trovati spesso a banchettare. Non a caso, in base ai dati raccolti da The Athletic, l’Olanda ha effettuato il 49% dei suoi attacchi dal lato destro offensivo.

All’interno di questo contesto si inseriva la straordinaria prestazione offerta da Gakpo. La rete realizzata dall’attaccante del Liverpool dopo venti minuti (a seguito di un’azione iniziata da Jerdy Schouten che tagliava a fette il centrocampo avversario con un passaggio verso Xavi Simons, autore dell’assist) ha visto Gakpo lasciare sul posto il diretto avversario per poi concludere a rete con un tiro sul quale il portiere Florin Niță avrebbe potuto sicuramente fare meglio.

Il gol di Gakpo evidenzia tutte le difficoltà della Romania in questa partita. Qui, nell’immagine prodotta con  VideoMatch Presenter di Sics, osserviamo la prima parte dell’azione, col third pass di Schouten che trova facilmente Simons nel mezzo spazio in zona di rifinitura, alle spalle del centrocampo rumeno.

Con questo gol, Gakpo raggiunge Georges Mikautadze, Ivan Schranz e Jamal Musiala in testa alla classifica dei cannonieri di questa competizione europea (a quota tre). Come è stato fatto notare dalla stampa internazionale, Gakpo in Germania ha in qualche modo rinverdito i fasti delle classiche ali olandesi tutte dribbling e gol, confermandosi elemento cardine di questa Olanda.

Accanto alle prove dei giocatori già citati ci preme sottolineare quanto fatto vedere da Tijjani Reijnders. Indossando l’iconica maglia numero 14 il centrocampista del Milan ha evidenziato quelle qualità viste soltanto a sprazzi durante la sua prima stagione italiana (e non per colpa sua), vale a dire la capacità di associarsi con i compagni e di essere con ciò funzionale alla fase di possesso della sua squadra.

Per Reijnders da registrare 7 passaggi chiave secondo il modello Sics (migliore in campo da questo punto di vista) su un totale di ben 33 prodotti coplessivamente dai giocatori olandesi, a riprova della facilità con cui gli Oranje riuscivano a perforare la struttura difensiva avversaria..

L’unico appunto che si può muovere a questa Olanda, dopo una prestazione del genere, è quello di non essere riuscita a mettere al sicuro il risultato prima del tempo. La certezza del passaggio del turno è infatti giunta soltanto nei minuti finali, grazie alla doppietta realizzata da Donyell Malen. L’attaccante del Borussia Dortmund era stato mandato in campo da Koeman al posto dell’infortunato Bergwijn all’inizio del secondo tempo.

Insomma, per una compagine che non ha certamente a disposizione il talento di quella formazione che, nel 1988, salì sul tetto d’Europa (vincendo sempre qui in Germania), l’Olanda sembrerebbe comunque essere entrata in forma nel momento chiave del torneo. Per di più, contro la Romania si è vista una squadra aderente a quei principi del calcio posizionale tanto cari da quelle parti. 

Per Koeman, il risultato di campo e quello estetico (col secondo che, nei Paesi Bassi, per certi versi è anche più importante del primo) certifica una sorta di rivincita ottenuta nei confronti di chi lo aveva troppo frettolosamente giudicato dopo la fallimentare esperienza vissuta come tecnico del Barcellona. In questo senso la sua parabola a questi Europei ricorda quella di Vincenzo Montella, suo prossimo avversario con la Turchia nei quarti. Anche l’aeroplanino veniva considerato un allenatore a fine corsa, prima che la sua scelta di andare a lavorare appunto in Turchia (con l’Adana Demirspor e, poi, con la nazionale) finisse per rialzarne le quotazioni.

Non sarà una partita semplice per l’Olanda. Dato però lo stato attuale delle due squadre, potrebbe uscirne fuori una partita divertente, con gli olandesi che sperano di raggiungere quella che sarebbe la loro prima semifinale europea da vent’anni a questa parte.

Sostieni La Gabbia

2,00 €

Lascia un commento