Su L’Équipe è apparsa di recente la notizia del sì che Khvicha Kvaratskhelia avrebbe pronunciato al Psg in vista di un eventuale trasferimento nella capitale francese. La ripresa degli allenamenti per il Paris è prevista il prossimo 15 luglio. Per quella data Nasser al-Khelaïfi vorrebbe consegnare a Luis Enrique una squadra più completa possibile, pronta cioè ad affrontare la prima stagione del dopo Kylian Mbappé.
In questo senso, l’esterno georgiano rappresenterebbe un innesto quanto mai interessante. La stagione vissuta quest’anno da Kvara è stata alquanto complicata, al pari di quella di tutto il Napoli. I tre cambi di allenatore (i partenopei hanno iniziato la stagione con Rudi Garcia in panchina, salvo poi concludere l’annata con Francesco Calzona, dopo una parentesi intermedia affidata a Walter Mazzarri) non hanno certo giocato alle prestazioni del numero 77.
In un solo anno Kvaratskhelia è passato dall’essere uno dei giocatori più in vista della massima serie ad una sorta di anonimato tecnico, perdendo quella capacità di incidere sulle partite che aveva manifestato nella stagione dello scudetto (in verità più nella prima parte del campionato che nella seconda).
Tutto ciò è stato dovuto anche al passaggio dal quel calcio relazionale praticato dal Napoli di Luciano Spalletti a idee di gioco più o meno distanti da quel modello vincente.
Andando al Psg Kvaratskhelia abbandonerebbe definitivamente il modello relazionale per approdare in un contesto fortemente posizionale come quello proposto da Lusi Enrique. Il calcio dell’allenatore asturiano infatti rappresenta una versione ortodossa del gioco di posizione e il suo Psg di quest’anno ne è stato fedele rappresentante.
A Parigi infatti l’ex commissario tecnico della nazionale spagnola ha installato fin da subito una organizzazione che, indipendentemente dal sistema di partenza (si è visto anche il 4-3-1-2 con Ousmane Dembélé trequartista dietro Mbappé e Bradley Barcola schierati larghi in ampiezza) andava poi a sviluppare(tendenzialmente col canonico 3-2-5) con una base costruttiva di cinque giocatori e con altrettanti invasori.

All’interno di questo contesto andavano poi a inserirsi movimenti fluidi che erano, nella maggior parte dei casi, scambi di posizione o rotazioni. Così, ad esempio, a destra si vedevano spesso Dembélé e Achraf Hakimi dividersi lo spazio esterno e il mezzo spazio adiacente, con il laterale marocchino che finiva dentro al campo.
Oppure, sull’altro lato del campo, c’è stato un avvio di stagione caratterizzato dal movimento in ampiezza di Vitinha, che si allargava per andare a prendere lo spazio lasciato libero dal movimento opposto (ad accentrarsi a fianco della prima punta) operato da Mbappé.
Il numero 7 francese si è poi dovuto disimpegnare anche come centravanti visto che, ad un certo punto della stagione, Luis Enrique ha bocciato sia Gonçalo Ramos che Randal Kolo Muani. Ritrovandosi anche con Marco Asensio alle prese con problemi fisici, Lucho ha dunque finito per sposare la causa di Mbappé come no.9, anche senza avere il pineo gradimento dell’interessato.
Come potrebbe calarsi Kvaratskhelia all’interno di questo modello di gioco? La soluzione più naturale è quella che vedrebbe il georgiano andare a prendere il posto di laterale offensivo di sinistra, sua posizione naturale di partenza.
Partendo da quella zona di campo Kvara avrebbe sia facoltà di creare superiorità numerica sfidando in uno contro uno il laterale basso avversario sia di accentrarsi per andare ad associarsi col riferimento più centrale dell’attacco parigino.
Non solo: muovendosi verso i corridoi centrali del campo Kvaratskhelia avrebbe anche la possibilità di andare direttamente alla conclusione, magari da fuori area. In base ai dati Sics nella Serie A appena conclusa il georgiano risulta aver effettuato il 59.52% dei suoi tiri totali (124) calciando da oltre i sedici metri avversari.

Uno strumento utile in fase di finalizzazione per una squadra come il Psg che, in base a dati riportati da L’Équipe, è stata (insieme al Manchester City) la formazione ad aver segnato di più da fuori area (15 reti). E questo nonostante una media di appena 5.1 conclusioni scagliate da oltre 16.50 metri (il City ad esempio ne ha prodotte 6.2, il Liverpool 7.2).
Certamente Kvaratskhelia dovrà fare meglio di quanto visto in Italia in termini realizzativi. Quest’anno infatti sono stati solo 2 i gol usciti dalle sue conclusioni da fuori (Mbappé, per dire, ne ha realizzati 5).
Ma questo è solo un aspetto del contributo che il Psg potrebbe ricavare dall’esterno. In fase di possesso infatti la tendenza di Kvaratskhelia ad ondulare palla al piede, puntando il proprio avversario per saltarlo o per provare a spezzare il raddoppio, potrebbe essere ideale per provare a ripristinare un po’ di quella imprevedibilità offensiva che i parigini inevitabilmente andranno a perdere con la partenza di Mbappé.
Nel sistema di Luis Enrique inoltre Kvara potrebbe beneficiare dal fatto di tornare (come nell’anno con Spalletti) ad avere un ruolo più attivo negli ultimi trenta metri di campo senza doverlo preventivamente risalire. Il Psg infatti tende a schiacciare gli avversari e questo se da una parte ridurrebbe lo spazio di manovra per il georgiano, dall’altro gli consentirebbe ricezioni più vicine alla porta avversaria.
Avendo poi dietro un Danilo Pereira (più propositivo di Lucas Beraldo partendo da quarto di difesa), Kavara si ritroverebbe a poter essere assistito da un terzino, come gli era capitato nella fortunata stagione 2022/23 e come, di contro, gli è mancato quest’anno.
Infine, a Parigi il laterale sinistro troverebbe un contesto nel quale potrebbe calarsi senza che gli venga chiesto di risolvere da solo le partite. Questo potrebbe riportarlo ad essere efficace come appunto nella prima parte dell’anno dello scudetto partenopeo. In attesa di capire se Kvara si svilupperà come uno dei migliori talenti esterni di questa parte di millennio o se, invece, diventerà un giocatore di sistema.
Alla fine possiamo allora affermare che, se trasferimento sarà, si rivelerà certamente un successo per Kvaratskhelia? È presto per dirlo. E questo perché, nel caso in cui questo passaggio si concretizzasse, bisognerebbe vedere poi come il georgiano andrebbe ad ambientarsi nella nuova realtà e nel campionato francese.
Si aggiunga poi il fatto che al Psg Kvara avrebbe da giocarsi il posto con quel Barcola che ha fatto benissimo quando è stato chiamato a partire proprio dalla fascia sinistra del campo, zona privilegiata anche del georgiano. Si potrebbe così creare un dualismo interessante, dal quale non è detto che esca vincitore il giocatore in forza al Napoli.
Di certo, se Kvaratskhelia dovesse valicare le Alpi, per Antonio Conte si aprirebbe una bella voragine da colmare. Finora si è detto e scritto che il tecnico leccese ritiene incedibile il georgiano. Un’offerta come si deve da parte del Psg potrebbe però far barcollare Aurelio De Laurentiis, convincendo il presidente a privarsi di uno dei suoi gioielli. E questo al di là del pensiero di Conte.

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