Cinque partite di Ligue 1, 8 punti conquistati. Mai così male il Psg in un inizio di campionato da quando il club è stato acquistato dalla Qatar Sports Investiments (QSI). Il bilancio di questa primissima parte di stagione per i parigini parla di due vittorie (3-1 con il Lens e 1-4 in trasferta a Lione), due pareggi (0-0 a Lorient e 1-1 a Tolosa) e una sconfitta, quella patita nell’anticipo del venerdì in casa ad opera del Nizza.
Di contro, proprio la squadra di Francesco Farioli è partita benissimo, essendo ancora imbattuta ed essendosi issata a quota 9 punti. Il tecnico italiano ha preparato benissimo la gara, lasciando ai parigini il controllo del pallone (69.2%), andando però a contestarlo in avanti quando possibile e cercando quanto prima la profondità.
Un piano gara esplicitato da Jean-Clair Todibo nel dopo gara: ‹‹l’idea era di arrivare a giocare alle loro spalle e fare in modo che Terem [Moffi] potesse essere trovato. Il piano era anche di contestare al meglio la loro uscita dal basso››. Cosa, quest’ultima, che è riuscita bene, come in occasione del primo gol segnato dai nizzardi con lo stesso Todibo che recuperava in alto una palla su Mbappé e con la palla che finiva a Moffi per la rete dello 0-1.
La ricerca della profondità, accentuata nel secondo tempo, ha finito per colpire alle spalle i due difensori centrali del Psg, con Milan Škriniar particolarmente in difficoltà. ‹‹I nizzardi hanno avuto più occasioni, più transizioni, sono stati più efficaci›› ha riconosciuto Luis Enrique.
Un Nizza coraggioso quindi, contro un Psg che ha mostrato alcuni difetti di costruzione già evidenziati in questo inizio di stagione. Il rinnovamento di Luis Enrique richiede tempo. Per ora la squadra campione di Francia è dipendente da Mbappé e Ousmane Dembélé per dare vivacità ad un possesso altrimenti ridondante, con i giocatori attenti ad occupare gli spazi predefiniti della struttura posizionale predisposta dall’ex allenatore della Spagna.
In fase di sviluppo, il movimento ad aprirsi a sinistra di Vitinha permette sì a Mbappé di accentarsi, ma priva la mediana in zona centrale di un elemento fondamentale per la riaggressione. Contro il Nizza questo allargarsi del portoghese, unito all’assenza di Ugarte, ha reso vulnerabile una squadra che, se non riesce in una riconquista immediata, può soffrire le transizioni avversarie.

Davanti poi ad oggi funziona solo Mbappé. Il numero 7 ha perso la palla sanguinosa nei propri trenta metri di campo che ha propiziato il già citato vantaggio del Nizza, ma è l’unica bocca da fuoco funzionale in fase di finalizzazione. Il francese ha esordito in campionato alla seconda giornata e ha già accumulato 7 reti personali.
Dietro di lui in questo momento c’è poco: a parte Dembélé (il quale è comunque andato male con il Nizza) ci sono un Kolo Muani che deve maturare, un Barcola che deve ancora inserirsi e un Gonçalo Ramos ancora a secco. Reduce da una doppietta con il Portogallo nella vittoria (9-0) sul Lussemburgo in settimana, l’ex Benfica è ancora disconnesso dal resto della squadra, come dimostrano i soli 17 palloni toccati contro il Nizza.
‹‹Le occasioni, le reti, verranno›› ha dichiarato l’attaccante portoghese. È quello che sperano i tifosi parigini, alla vigilia di una campagna di Champions League difficile, che ha visto la compagine di Luis Enrique finire in un girone duro con Milan, Dortmund e Newcastle.
Contro gli uomini di Farioli il Psg ha come detto vinto la battaglia per il possesso, ma è stato meno pericoloso dei rivali, come dimostrano i dati degli expected goals prodotti (1 xG contro 1.85 degli ospiti) e degli xG per tiro (0.08 contro 0.13 del Nizza).
Per Luis Enrique non c’è da preoccuparsi. In questa partita, secondo il tecnico spagnolo, la squadra ha assunto brutte posizioni offensive. Si parla quindi di occupazione degli spazi. La sensazione però è di un déjà vu con quanto osservato al Mondiale con la Spagna, cioè una struttura troppo rigida, che fatica a produrre palloni giocabili per i riferimenti offensivi.

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