La Spagna è campione del Mondo

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Il digiuno calcistico dell’Inghilterra alla coppa del Mondo continua. Le Leonesse infatti non riescono a riportare a casa un trofeo che, fra maschile e femminile, è finito a Londra soltanto nei mondiali casalinghi del 1966.

A rompere il sogno inglese è stata la Spagna di Jorge Vilda, squadra di fatto in autogestione a causa dei dissidi fra il tecnico e le giocatrici.

La finale, non spettacolare ma certamente intensa, si è sviluppata come previsto: la Spagna in controllo del pallone (57%) con le Inglesi pronte ad attaccare in modo più diretto.

Sarina Wiegman ha presentato la sua squadra con quel 3-5-2 installato con successo nel corso del torneo mondiale. La decisione a sorpresa dell’ultimo minuto in casa inglese riguardava Ella Toone, che manteneva il posto da titolare nonostante il rientro di Lauren James dalle due giornate di squalifica ricevute in occasione dell’espulsione subita nella partita contro la Nigeria. Una scelta che alla fine ha tolto qualità alle Inglesi, a favore di una maggiore verticalità.

Così disposta, la formazione inglese ha avuto dei problemi nel contenere il palleggio spagnolo. Anche in fase di transizione, il contropressing britannico non sempre aveva la meglio sul possesso avversario, con la Spagna che spesso riusciva a risalire il campo.

Questo accadeva soprattutto a sinistra, come visto in occasione del gol di Olga Carmona, che poi si sarebbe rivelato essere quello vincente. Il corridoio dove si muovevano la giocatrice del Real Madrid e Mariona Caldentey (28 passaggi fra le due) è risultato incontrollabile dalle Inglesi.

Subito il gol, l’Inghilterra faticava a reagire e così, all’intervallo, la Wiegman operava due cambi rischiosi, sostituendo Alessia Russo e Rachel Daly per James e Chloe Kelly, con conseguente passaggio al 4-3-3, cioè il sistema con cui l’Inghilterra aveva approcciato il torneo.

Le cose però non miglioravano e alla fine nemmeno i tredici minuti di recupero concessi dall’arbitro Tori Penso erano sufficienti per agguantare il pareggio.

In generale, l’Inghilterra si è mostrata incapace nel contenere e nel replicare alle manovre offensive delle spagnole. Le Leonesse nel primo tempo hanno avuto la palla soltanto per il 36% del tempo. Aitana Bonmatí è stata padrona del campo e dei flussi di gioco della Spagna.

Sulle fasce Lucia Bronze e Rachel Daly hanno sofferto le situazioni di uno contro uno, poco aiutare dalle compagne. L’Inghilterra ci ha provato, ma alla fine l’unica vera occasione avuta è stata quella in apertura di partita, quando Lauren Hemp ha colpito la traversa.

Troppo poco per avere la meglio su una Spagna meglio organizzata in entrambe le fasi di gioco. Alla fine, da parte inglese, rimane il rammarico per la sconfitta e per una finale che poteva essere giocata meglio. La decisione di Wiegman di sostituire così presto entrambe Russo e Daly farà discutere per molto tempo. Detto ciò l’Inghilterra ha giocato il tipo di partita che una squadra superiore tecnicamente e maestra nella gestione come la Spagna le ha concesso di fare.

Per le iberiche si tratta invece di un successo storico, che corona un lavoro di largo respiro fatto dalla Federcalcio spagnola negli ultimi anni. Non a caso la Spagna ha attualmente in mano anche i titoli mondiali Under-17 e Under-20.

Il rigore sbagliato da Jenni Hermoso nella ripresa, che poteva chiudere la gara, non ha cambiato il momentum. La Spagna è rimasta sempre in controllo della partita, non soffrendo nemmeno il forcing finale delle avversarie.

Una vittoria sorprendente, se si considerano i pronostici alla vigilia del Mondiale. Ancor di più se pensiamo che è avvenuta con in panchina un tecnico di fatto sfiduciato dal gruppo.

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