Un altro Foden?

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La vittoria dell’Inghilterra nell’Europeo Under-21 conferma il buonissimo lavoro che la Federcalcio inglese sta svolgendo negli ultimi anni a livello di nazionali giovanili. Non a caso, nonostante la massiccia presenza di giocatori stranieri in Premier, i Tre Leoni hanno un serbatoio di qualità da cui poter attingere per presentare poi una nazionale maggiore competitiva nei grandi appuntamenti.

A tal proposito basti ricordare come le giovanili inglesi abbiano conquistato negli ultimi anni la coppa del Mondo Under-17 nel 2017, gli Europei Under-19 nello stesso anno e nel 2022 e anche il Mondiale Under-20 nel 2017.

Di questa vittoria all’Europeo si potrebbe dire tanto, a partire dal modo rocambolesco con il quale è arrivato il successo finale (grazie alla prodezza del portiere James Trafford, autore della miracolosa doppia parata in pieno recupero prima sul rigore di Abel Ruiz e, successivamente, sulla ribattuta di Aimar Oroz) per arrivare poi al fatto che gli Inglesi riportano a casa un trofeo che mancava loro dal 1984.

Tuttavia, la cosa più interessante da sottolineare è il modo in cui è arrivato questo trionfo. La squadra di Lee Carsley ha infatti vinto con una proposta di gioco contemporanea.

All’interno di questo contesto, molti giocatori hanno brillato. Fra questi vale la pena sottolineare le prestazioni offerte da Cole Palmer. Il giocatore del Manchester City è stato centrale nella vittoria in semifinale contro Israele (3-0) segnando una rete e producendo due assist e si è ripetuto in finale quando ha guadagnato il calcio di punizione (da lui stesso tirato) dal quale è scaturita la deviazione vincente di Curtis Jones, che ha poi deciso la partita in favore dei ragazzi di Carsley.

Nel video prodotto con di VideoMatch di Sics vediamo i due assist realizzati da Palmer nella sfida contro Israele.

Nato a Wythenshawe (un distretto di Manchester che ha dato i natali anche a Marcus Rashford e al pugile Tyson Fury) Palmer si era già fatto notare con la prima squadra nel recente passato. Una volta nel settembre 2021, quando l’allora diciannovenne realizzò una delle reti del rotondo successo (6-1) che il City ottenne contro il Wycombe in una partita di Carabao Cup.

In quella occasione Palmer fu protagonista di un coast to coast solitario che lo vide portare palla dalla metà campo del City fino a quella del Wycombe, per concludere poi con un sinistro estremamente preciso.

In quella stessa stagione Palmer debuttò in Premier League (giocando venti minuti contro il Norwich) ed in Champions (contro il Club Bruges) e risultò decisivo a gennaio quando guidò il City alla vittoria contro lo Swindon Town in FA Cup.

Stiamo quindi parlando di un ragazzo tenuto in grande considerazione da Pep Guardiola, tanto è vero che quest’anno (quello del Treble) il tecnico catalano lo ha utilizzato venticinque volte.

Dal punto di vista tecnico Palmer è un giocatore eccellente nel dribbling, come conferma il dato registrato quest’anno relativamente alla percentuale di riuscita in questo gesto (66.7%).

Palmer quindi si presenta come uno one-to-one explorer talentuoso, idealmente in scia con quella tradizione di esterni di qualità che il calcio inglese ha sempre prodotto, da Chris Waddle, a Steve McManaman fino a Jack Grealish, compagno proprio di Palmer nei Citizens.

Partendo da laterale offensive di destra, Palmer ama tagliare centralmente per andare poi a servire col suo preciso mancino i compagni dentro l’area avversaria oppure arrivare direttamente negli ultimi sedici metri per offrire dei preziosi cut-back.

In questo senso, al City nella stagione ormai prossima potrebbero aprirsi delle interessanti prospettive date le possibili partenze di Riyad Mahrez e Bernardo Silva. Da segnalare inoltre come, nella partita contro la Germania, Palmer sia stato utilizzato in una zona più centrale del campo con funzioni di regia.

L’Europeo di categoria quindi non ha fatto altro che aumentare le quotazioni di Palmer, rendendolo ulteriormente conosciuto anche fuori dei confini britannici. Cosa che, d’altronde, già fa il semplice giocare per il City. Alla fine, Palmer sta ripercorrendo la strada già intrapresa da Phil Foden, anch’egli prodotto dell’Academy del City diventato poi elemento importante della prima squadra.

Lo stesso Palmer lo ha ricordato tempo fa in una intervista, affermando che ‹‹il percorso fatto da Phil ha dato a tutti gli altri nelle giovanili la speranza di andare e fare quello che ha fatto lui››.

Detto questo, non è comunque improbabile pensare che, la prossima stagione, il giocatore venga ceduto in prestito per avere più minutaggio. Ultimamente si parla del Brighton, con Roberto De Zerbi che attualmente in rosa come esterni può contare solo su Jeremy Sarmiento, Solly March e Kaoru Mitoma, quest’ultimo nel mirino di molte squadre.

Vedremo quindi dove giocherà Palmer. Di certo, con i vari Trafford, Angel Gomes, Jones, Morgan Gibbs-White e Jacob Ramsey, il ragazzo del City rappresenta il futuro della nazionale inglese. Futuro che, se verranno mantenute le premesse, appare quantomai roseo.

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