Analisi tattica Nouvelle vague Team report

Qualcosa di nuovo sul fronte meridionale

Il 4 giugno scorso il Monaco ha licenziato Philippe Clement. Arrivato nel gennaio 2022 nel Principato, il tecnico belga non è riuscito a portare il club in Europa e così, pochi mesi dopo il suo ingaggio, l’ASM ha deciso di esonerarlo.

Come risultati l’ex allenatore del Club Bruges ha prodotto poco, soprattutto a livello internazionale con il Monaco prima eliminato dalla Champions nei turni preliminari (a favore del PSV Eindhoven) e, successivamente, anche dall’Europa League (ad opera del Bayer Leverkusen).

Certamente, non va dimenticato il lavoro di sviluppo fatto da Clement con alcuni giocatori, in particolare Ben Seghir, Diop, Golovin o Vanderson. Ma tutto questo non ha potuto far dimenticare un finale di Ligue 1 condito da una sola vittoria, un pareggio e cinque sconfitte nelle ultime sètte partite del campionato appena concluso.

Con Clement è stato fatto partire anche il direttore sportivo Paul Mitchell, sostituito da Thiago Scuro, dirigente brasiliano appartenente alla galassia Red Bull (come del resto lo stesso Mitchell) messosi in mostra con il Bragantino.

Proprio per il suo passato, l’arrivo di Scuro a Monaco aveva fatto circolare voci di un interessamento del club per due tecnici di scuola Red Bull come l’americano Jesse Marsch e il tedesco Matthias Jaissle.

Alla fine la scelta è invece caduta sull’austriaco Adolf Hütter, nominato dalla Bild miglior allenatore tedesco del 2019 (quando era alla guida dell’Eintracht Francoforte) ed ex tecnico del Red Bull Salisburgo.

Nome particolare (Adolf fu voluto dalla nonna in memoria di uno zio prematuramente deceduto) Adi è conosciuto per essere un fautore della difesa a tre e di una fase difensiva molto aggressiva, in linea con il calcio rock n’ roll delle squadre appartenenti alla galassia Red Bull.

Che squadra troverà Hütter? Il Monaco che si appresta a iniziare la stagione 2023-24 potrebbe avere un volto molto cambiato rispetto all’anno scorso. Alexander Nübel, Axel Disasi e Youssouf Fofana sono in partenza, con Caio Henrique e Vanderson che potrebbero seguirli.

Servirà individuare il nuovo portiere, con Alexander Nübel tornato al Bayern per fine prestito.

Detto questo, il primo problema da sistemare per il nuovo allenatore sarà quello difensivo. Nella stagione appena conclusa infatti il Monaco ha subito 58 reti, delle quali ben 33 in casa.

Proprio le difficoltà difensive sono costate a Hütter il posto al Borussia Mönchengladbach al termine della stagione 2021-22. Il club tedesco aveva infatti ingaggiati Adi in sostituzione di Marco Rose, che a sua volta aveva lasciato il club per andare al Borussia Dortmund.

L’idea era ovviamente quella di riproporre col Gladbach il successo ottenuto con l’Eintracht. Le cose però sono andate diversamente. Il più grande problema riscontrato col Die Fohlen da parte di Hütter è stato quello di garantire stabilità difensiva alla squadra, specialmente nelle transizioni.

Una stabilità che non è mai stata trovata, col risultato che il Borussia Mönchengladbach alla fine ha concesso ben 61 reti, facendo meglio solo di Hertha Berlino e Greuther Fürth. Il decimo posto finale in Bundesliga non ha consentito a Adi di conservare il posto e così l’austriaco ed il club renano si sono separati. La scorsa stagione poi Hütter è rimasto fermo.

Monaco quindi rappresenta una buona occasione di rilancio per il cinquantatreenne austriaco. Resta da vedere quanto il presidente del club, Dimitri Rybolovlev, sarà paziente nell’attendere risultati da quello che sarà il quinto allenatore non francese consecutivo a sedere sulla panchina monegasca dopo Clement, Niko Kovač, Robert Moreno e Leonardo Jardim. 

Qui Marsiglia

‹‹Andremo a sviluppare un’idea diversa. Bisogna che la transizione sia rapida. Abbiamo una competizione (i preliminari di Champions) che arriva presto…non ci allontaneremo troppo dal 4-4-2. Ci sarà la possibilità di fare anche il 4-2-3-1 o il 4-3-3…non cambieremo sistema in funzione dell’avversario. Ci concentreremo su noi stessi››.

«Abbiamo guardato molti incontro dell’ultima stagione e l’idea di questa squadra è chiaramente differente dalla nostra, soprattutto difensivamente. Non faremo un marcamento individuale, vedo il calcio in modo diverso. Andremo a giocare per il 90 % del tempo con quattro difensori. Stabiliremo delle zone di pressing, in funzione dei giocatori e del loro agio nell’azione di pressing. Adoro il contro-pressing e le principali squadre europee lo attuano». 

La conferenza stampa di presentazione di Marcelino García Toral è stata una dichiarazione d’intenti, nella quale il tecnico spagnolo ha subito fatto capire come il Marsiglia cambierà pelle rispetto alla gestione tecnica di Igor Tudor.

Blocco medio e transizioni. Con questa ricetta Marcelino ha lavorato in passato con Villarreal, Valencia e Athletic Bilbao, producendo sempre ottimi risultati in termini di tenuta difensiva.

Un approccio fondato su un sistema a zona, dove si difende con un blocco unico dando priorità alla posizione della palla. Una rarità di questi tempi, con il calcio che difensivamente sta proponendo sempre più sistemi orientati sull’uomo.

Nel 4-4-2 di Marcelino invece la squadra stringe molto sul lato palla, facendo densità e senza preoccuparsi molti di lasciare sguarnito il lato debole. Una fase difensiva su tre linee (difesa, centrocampo e attacco) che non pratica il pressing avanzato, salvo che in situazioni particolari.

Una volta conquistata palla, l’obiettivo numero uno delle formazioni del tecnico asturiano è quello di dar vita a transizioni rapide. Con molti uomini e con attaccanti pronti ad andare in verticale. A Bilbao, in questo senso, Marcelino poteva contare sun elemento come Inaki Williams.

Per far giocare all’OM il suo calcio, il cinquantasettenne di Villaviciosa avrà per prima cosa bisogno di laterali adatti.

Il vuoto lasciato da Sead Kolašinac pesa. Il bosniaco, diretto verso l’Atalanta, si è infatti svincolato a fine giugno. Con Tudor giocava (bene) da terzo di difesa, ma stiamo parlando soprattutto di un esterno sinistro. Se teniamo conto del fatto che, insieme a Kolašinac, sono partiti anche Nuno Tavares (Arsenal) e Issa Kaboré (Manchester City), rientrati per fine prestito alle loro squadre, ecco che comprendiamo le problematiche che il Marsiglia dovrà risolvere a livello di mercato per quanto riguarda gli esterni. In questo momento in rosa c’è il solo Jonathan Clauss.

A centrocampo intanto è arrivato Geoffrey Kondogbia. L’ex interista è già conosciuto da Marcelino, avendo lavorato col tecnico spagnolo a Valencia.

Se Mattéo Guendouzi dovesse restare è probabile che l’ex Arsenal abbassi il suo raggio d’azione rispetto alla scorsa stagione, durante la quale Tudor lo ha impiegato da secondo trequartista. Il ritorno di Guendouzi in zone a lui più congeniali (in mezzo al campo) potrebbe dar vita ad un’accoppiata proprio con Kondogbia. Il che farebbe scivolare al rango di alternative Jordan Veretout e Valentin Rongier.

In attacco c’è poi da risolvere la questione Alexis Sánchez, il cui contratto è ufficialmente scaduto lo scorso 30 giugno.

Le discussioni fra il cileno ed il club non si sono però mai interrotte. Il ritorno dell’ex interista farebbe molto comodo a Marcelino. Già con Tudor, contrariamente alle previsioni, Sánchez ha dimostrato di poter ricoprire efficacemente i compiti di attaccante centrale, con funzioni sia di attacco alla profondità che di movimento incontro per associarsi ai compagni.

E poi ci sono Dimitri Payet e Ruslan Malinovski. Come li utilizzerà il nuovo tecnico?

Al netto di queste considerazioni resta da vedere come Marcelino si calerà nella Ligue 1, un campionato nuovo per lui e che affronterà non più alla guida di una squadra da posizioni medie della classifica, ma con una delle grandi di Francia.

Saranno quindi da verificare le possibilità che il Marsiglia potrà avere di praticare un calcio d’attesa per azionare poi il contropiede. Insomma, è più facile che l’OM vada incontro ad avversari che lo aspetteranno con un blocco basso. È allora che andrà verificata la bontà della proposta offensiva di Marcelino.

Di certo c’è che lo spagnolo avrà il supporto di Pablo Longoria. I due hanno già lavorato insieme nel 2018-19 a Valencia, Marcelino come tecnico e l’ex juventino nei quadri dirigenziali.

Già nello scorso anno poi Longoria ha a più riprese difeso Tudor quando il croato è finito nel mirino della critica, ad agosto per contrasti con i leader storici dello spogliatoio (in merito ai suoi metodi di allenamento) o, a stagione in corso, per le difficoltà che via via il Marsiglia ha incontrato.

Questo legame tutto iberico fra tecnico e presidente (al quale va aggiunto anche il direttore sportivo Javier Ribalta) rappresenta un buon viatico per una stagione che comincia subito (il turno preliminare di Champions di cui in apertura è previsto per il prossimo 8-9 agosto mentre la Ligue 1 inizierà nel weekend dell’11, 12 e 13 dello stesso mese) e in una piazza sempre calda ed esigente come quella marsigliese.

pascal-meier-Eo4TLdqXZkY-unsplash

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