Analisi tattica

La Roma vince con la propria identità

La Roma si rialza dopo la caduta interna col Milan andando a vincere in trasferta a Firenze (1-2) al termine di una gara dai due volti, contrassegnata da un primo tempo un po’ impacciato al quale ha fatto seguito una ripresa che ha visto i giallorossi imporre il proprio superiore tasso tecnico.

I primi quarantacinque minuti sono stati quindi caratterizzati da due squadre che hanno palesato delle difficoltà in fase offensiva, come dimostra il dato degli xG all’intervallo che recita 0.21 per la viola ed appena 0.06 per i giallorossi.

La pass map della Roma prodotta da @CalcioDatato.

A mettere in difficoltà il possesso degli uomini di Fonseca è stata una Fiorentina che ha alzato la prima linea di pressione (51.46m il baricentro medio nel primo tempo) ingolfando la manovra degli uomini di Fonseca e creando le premesse per transizioni corte affidate per lo più alle giocate di Ribery.

La musica è cambiata nella ripresa, con la Roma che ha alzato il proprio baricentro (+5.77m rispetto al primo tempo) costringendo col proprio palleggio la viola ad attestarsi su linee difensive basse, tanto è vero che alla fine il baricentro totale sul possesso avversario della squadra di Prandelli risulterà essere di soli 45m.

Alle difficoltà viola nell’imbastire efficaci contropiedi nel secondo tempo ha contribuito anche la scelta di Prandelli di provare a blindare il pareggio togliendo dal campo proprio Ribery in favore di Borja Valero, al fine di costruire un argine maggiore contro la pressione romanista.

L’idea del tecnico di Orzinuovi era quella di compattare ulteriormente le linee per affidarsi poi a rapidi contrattacchi guidati da Vlahović e Kokorin. Questa strategia però non ha funzionato, a causa dell’uscita per infortunio di Castrovilli (giocatore che ha nella capacità di strappare in avanti una delle sue qualità migliori) e della prestazione impalpabile dello stesso Kokorin, con la conseguenza di trasformare il resto della partita in una sorta di assedio ospite.

Assedio che veniva premiato a tre minuti dal termine dalla giocata poi conclusa a rete da un tocco di Diawara.

Il risultato è comunque meritato, con la Roma che (come detto) ha saputo sviluppare meglio nella ripresa riuscendo anche a riempire con più uomini l’area di rigore avversaria.

L’IPO di Sics relativo alla partita .

I cambi di Fonseca, che ha inserito Pedro ed El Shaarawy al posto dell’infortunato Veretout (uno dei migliori in campo) e dell’evanescente Mkhitaryan hanno anch’essi contribuito ad abbassare la Fiorentina nella propria trequarti.

Si notino i due rombi di costruzione e sviluppo dei giallorossi.

Di contro, con le sostituzioni di cui sopra Prandelli ha finito per agevolare l’inerzia di un match che stava virando a favore della compagine capitolina, che ha utilizzato il pallone (58% di possesso) per dettare il contesto.

Alla fine la Roma esce dal Franchi con la consapevolezza di poter restare attaccata alle posizioni di vertice e pronta a lottare nel rush finale per la conquista di un posto nella prossima Champions League. Da parte sua invece la viola ha confermato di avere difficoltà nell’affrontare squadre di livello superiore, con la vittoria in trasferta sulla Juve come unica eccezione.

1 comment

  1. Le scelte sempre opinabili di Fonseca stavolta, come sempre contro squadre dal valore complessivo non eccelso, non hanno inficiato il risultato dei giallorossi, che tuttavia appaiono una incompiuta frutto delle valutazioni del suo tecnico. Ancora una volta la squadra è apparsa frenata da uno schieramento che prevede la retroguardia a 5 in fase difensiva, oltreché Pellegrini quale interno d’attacco. Inoltre disporre Cristante quale stopper ci appare un azzardo senza senso, vista la presenza in organico di Fazio. Lo stesso Diawara è giocatore poco affidabile quale centrosostegno. La assenza di Dzeko, infine, pone in luce la mancanza di valide alternative nel ruolo, specie da quando si è abiurato l’impiego delle ali, capaci con la loro presenza di allargare le maglie nemiche.

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