Il tentativo di risollevare le fin qui deludenti sorti della stagione della Fiorentina passa anche dall’arrivo in maglia gigliata di Aleksandr Kokorin.

Del calciatore russo si è parlato in questi giorni più per il suo turbolento passato che per le qualità tecniche, che pur in molti gli riconoscono. Che tipo di giocatore arriva quindi alla corte di Prandelli e come potrebbe essere utilizzato dal tecnico di Orzinuovi?
Da quando ha ripreso in mano le redini della viola, Prandelli sembra essersi orientato verso 3-5-2 piuttosto reattivo che, nelle ultime uscite, è virato verso un 3-4-2-1 con due trequartisti a supporto di Vlahović.
In generale la squadra cerca di tenere una prima linea di pressione alta (9.89 il PPDA) per provare a rubare palla e ripartire con veloci transizioni. I risultati finora (se si eccettua il blitz compiuto a Torino contro la Juve) sono stati deludenti.
A rendere problematica la situazione c’è una fase offensiva che ha prodotto poco in termini di reti realizzate (appena 8 in 11 partite sotto la nuova gestione): la Fiorentina ha finora realizzato 7.11 gol in meno rispetto a quelli attesi (15.17 xG).

Nonostante le sei marcature di Vlahović (tre su rigore) la viola ha confermato quelle carenze del reparto offensivo che già si erano ipotizzate in estate quando anche il precedente allenatore (Beppe Iachini) aveva insistentemente richiesto il rafforzamento della batteria di attaccanti.

Ora la proprietà risponde con l’arrivo di Kokorin. Dal punto di vista tattico, il ragazzo di Valujki è in grado di giocare sia da prima punta che da attaccante di sostegno. In questo senso, Prandelli potrebbe impiegarlo come sostituto di Vlahović ma anche come complemento del croato, in posizione più arretrata (mantenendo quindi l’attacco 2-1) o da seconda punta (passando in quel caso ad una soluzione 1-2).
L’impressione è quella di un giocatore associativo, che detta bene le linee di passaggio con il proprio smarcamento e possa aiutare la squadra a risalire il campo.
Con una stazza di 182 cm per 72kg, il russo ha inoltre il fisico per muoversi all’interno degli ultimi sedici metri di campo e ha dimostrato anche una certa attitudine al gioco aereo.
Detto questo, la scommessa fatta dalla società di Rocco Commisso è stata forte, sia per l’investimento fatto (5 milioni di euro il costo del cartellino, 3 anni e mezzo la durata del contratto) sia per il fatto che, col campionato russo fermo da novembre, l’ex attaccante di Zenit e Spartak avrà bisogno di un certo periodo di tempo per tornare in forma (il giocatore ha parlato di almeno un mese).
I dubbi sono relativi non solo alla questione atletica ma anche al grado di adattabilità di un giocatore che si immerge in una realtà completamente diversa nel corso del mercato di gennaio.
Per Kokorin, talento inespresso che non è mai esploso come ci si attendeva a Mosca, quella di Firenze è forse l’ultima grande occasione per dimostrarsi elemento di caratura internazionale. Per questo motivo il 29enne attaccante russo (compirà trent’anni a marzo) non ha esitato ad accettare la proposta dei viola, anche a costo di ridursi l’ingaggio (che sarà più basso dei circa 4 milioni che percepiva allo Spartak).
Per la Fiorentina si tratta invece di riprovare una operazione simile a quella che già venne tentata nel gennaio del 1997 quando a Firenze sbarcò un altro russo (Andrej Kančel’skis), proveniente però dal campionato inglese (Everton).
La speranza della dirigenza viola è che Kokorin non incappi nelle stesse problematiche fisiche che impedirono a Kančel’skis di esprimersi appieno in Italia.