Analisi tattica La mossa tattica

Come affrontare la Svizzera?

Grazie all’incredibile gol realizzato in pieno recupero da Mattia Zaccagni, l’Italia è guadagnata l’accesso alla fase a eliminazione diretta di questo Euro 2024 che si sta svolgendo in Germania.

La rete dell’attaccante laziale ci ha letteralmente tirati giù dall’aereo (cit.) e ci permetterà di affrontare agli ottavi di finale la Svizzera. Avversario non proibitivo per gli Azzurri (a patto di svoltare e giocare meglio rispetto a quanto fatto in un girone nel quale l’unica prestazione degna di nota è stata quella fornita del primo tempo contro l’Albania) ma certamente non da sottovalutare.

I rossocrociati sono infatti compagine solida, tatticamente organizzata e con alcune individualità di spicco che si sono fatte già notare in una competizione fino a questo momento non particolarmente entusiasmante nemmeno a livello di prestazioni dei singoli.

Dal punto di vista prettamente tattico, il commissario tecnico Murat Yakin è stato bravo a cambiare la sua squadra rispetto a quanto osservato nelle qualificazioni. Durante il girone di qualificazione all’Europeo infatti l’ex centrocampista del Basilea era solito schierare la Nati prevalentemente con un sistema base 4-3-3.

Nell’ultima parte delle sfide di qualificazione però Yakin è passato alla difesa a tre, atteggiamento tattico poi riproposto anche in Germania. Il nuovo modulo 3-4-2-1 ha dato più equilibrio ai rossocrociati, consentendo a Yakin di centrare almeno tre risultati tecnici: inserire meglio nello scacchiere Ricardo Rodríguez (un costruttore indispensabile al primo possesso svizzero); dare più copertura alla profondità; garantirsi maggior imprevedibilità davanti.

All’interno di questa struttura la Svizzera può giocare sia una partita d’attesa, difendendo con blocco medio – basso, sia una più aggressiva, andando a pressare in avanti come dimostrato nella sfida che ha visto gli Elvetici opposti ai padroni di casa.

Guidati dal loro leader tecnico Granit Xhaka gli Svizzeri sono in grado di togliere spazio e tempo agli avversari. Di questo dovrà essere consapevole Luciano Spalletti al momento di scegliere gli undici da mandare in campo a Berlino quando il polacco Szymon Marciniak fischierà l’inizio della gara.

Pressing e riconquista palla in blocco medio da parte della Svizzera.

In questa prima fase infatti l’Italia ha evidenziato diversi problemi, specialmente a metà campo dove Jorginho non è più quello di tre anni e fa e dove si fa fatica a ripulire il possesso. Per questo potrebbe essere utile promuovere Fagioli, al posto o al fianco del regista dell’Arsenal, in modo da utilizzare un calciatore in grado di resistere al pressing elvetico che, sul regista azzurro, manderà probabilmente a interporsi uno fra il già citato Xhaka o il trequartista Fabian Rieder, a seconda della situazione. Ad aiutare la fase di palleggio azzurra mancherà Riccardo Calafiori, uno dei migliori fin qui. Spalletti è pronto a sostituirlo col romanista Gianluca Mancini.

L’altro grande rebus tattico che Spalletti sarà chiamato a risolvere, dopo quello relativo al come gestire l’atteggiamento difensivo che proporrà la Svizzera, riguarda Michel Aebischer. Il centrocampista del Bologna ha infatti fin qui rappresentato un quesito tattico che nessuno dei tre tecnici che hanno sfidato gli Svizzeri nel loro Gruppo (Marco Rossi, Steve Clarke e Julian Nagelsmann) è riuscito a risolvere.

Mentre infatti in fase di non possesso il No. 20 svizzero agisce da quinto di sinistra, in quella di possesso Aebischer si accentra per andare a giocare nella zona centrale di rifinitura.

Questo movimento è complementare a quello ad aprirsi in fascia di Dan Ndoye, altro giocatore del Bologna. Il ruolo ibrido dato da Yakin a Aebischer ha, come detto, dato problemi a Ungheria, Scozia e Germania e c’è il rischio che possa accadere lo stesso contro l’Italia, a maggior ragione se, da quel lato di campo, andranno ad agire Giovanni Di Lorenzo o Matteo Darmian.

Soprattutto il napoletano, in palese difficoltà contro lo spagnolo Nico Williams durante la partita persa con la Spagna, potrebbe avere più di un problema sia nel leggere il movimento di Aebischer sia nel caso in cui dovesse venire a trovarsi in situazione di uno contro uno con Ndoye in ampiezza.

La Nati lavora sul lato sinistro col triangolo Aebisher – Ndoye – Xhaka.

Per evitare queste situazioni e per aiutare i propri difensori, non è improbabile che Luciano Spalletti chieda ai suoi di replicare l’atteggiamento attendista (forse fin troppo) visto durante la partita contro la Croazia. Questo per provare a tirare fuori gli Svizzeri e azionare poi il contropiede appoggiandosi a Gianluca Scamacca e agli eventuali strappi di Federico Chiesa.

Per sfruttare al meglio le ripartenze fuori da quello che sarebbe, ancora una volta, il classico 3-5-2 all’italiana, sarebbe però forse più utile riproporre dall’inizio Giacomo Raspadori. Contro i Croati l’attaccante del Napoli è venuto spesso incontro a cucire il gioco sulla trequarti in situazione di uscita da dietro, contribuendo alla classica giocata palla avanti, palla dietro, palla nello spazio, in particolare sul lato opposto di campo dove la Croazia (che difendeva prevalentemente i corridoi centrali) lasciava spazio.

Raspadori ripulisce un pallone all’altezza della metà campo azzurra, lavorandolo per Di Lorenzo in ampiezza.

Un pattern che però potrebbe non essere efficace contro la squadra di Yakin, che tende a presidiare meglio le corsie esterne del terreno di gioco. Detto questo, invece di puntare immediatamente alla profondità, col rischio che la palla torni altrettanto velocemente nella metà campo italiana, gli Azzurri con Raspadori avrebbero invece in campo proprio un elemento che verrebbe a giocare incontro, dando così un possibile grattacapo al terzetto difensivo svizzero composto da Fabian Schär, Manuel Akanji e Rodríguez.

Infine, gli Azzurri dovranno prestare attenzione in difesa. Anche se si tratta di un torneo di breve durata, lasciare ogni onere di respingere gli avversari alle pur straordinarie prove di Gigi Donnarumma rischia di essere un azzardo. L’Italia deve alzare il livello qualitativo della propria prestazione difensiva.

E lo dovrà fare a partire dalla sfida con una squadra come la Svizzera che, in base ai dati Opta, vanta la seconda percentuale di conversione dei tiri presi (20%) e il secondo dato per expected goals prodotti per tiro (0.17).

In conclusione, rispetto a quanto evidenziato nell’ultima gara del girone, l’Italia dovrà non solo giocare meglio tecnicamente, ma anche mostrare di avere un’identità e delle idee più precise sul come affrontare gli avversari. E questo a partire da una minor passività senza palla.

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