Al di là della partita Analisi tattica

Sogno o son desto?

In una prima fase di Europeo non particolarmente brillante a livello di spettacolo offerto (e questo dovrebbe far riflettere su calendari che diventeranno dalla prossima stagione ancora più intasati) il girone più noioso di tutti è stato certamente il C, dove si sono segnate appena 7 reti totali. È stato così eguagliato il primato negativo di gol realizzati in questa competizione detenuto…da un altro Gruppo C, quello del 2016 che comprendeva Germania, Polonia, Ucraina e Irlanda del Nord.

Questa volta, protagoniste sono state Inghilterra, Danimarca, Slovenia e Serbia. Le prime tre si sono qualificate agli ottavi: la noiosa Inghilterra di Gareth Southgate come prima con la Danimarca seconda grazie ad un complicato calcolo regolamentare che ha permesso ai danesi di ottenere la piazza d’onore, davanti alla sorprendente Slovenia.

Proprio la squadra balcanica rappresenta una delle sorprese di questa prima parte del torneo continentale. Arrivata in Germania per fungere da Cenerentola del gruppo, la formazione guidata da Matjaž Kek ha invece ottenuto il passaggio del turno, proprio a dispetto dei pronostici.

E lo ha fatto giocando un calcio semplice, dal sapore antico. In un momento in cui le grandi tendono a ricalcare il modello posizionale di Pep Guardiola, andando a sviluppare 3-2-5 (indipendentemente dalla disposizione in fase difensiva) Kek, consapevole dei limiti dei giocatori a sua disposizione, ha invece scelto la strada di un tradizionale 4-4-2.

Contro l’Inghilterra, la Slovenia ha quindi riproposto il suo copione fatto di compattezza fra le linee, blocco medio tendente al basso (un solo pallone recuperato nella metà campo britannica), equilibrio e contropiede affidato al talento di Benjamin Šeško.

A favorire il piano gara strutturato dal commissario tecnico sloveno ha pensato poi un’Inghilterra vittima dei mali già evidenziati nelle prime due uscite di Germania 2024. La squadra di Southgate è infatti risultata ridondante nel possesso, non riuscendo mai a trovare la profondità. Una squadra che ha mostrato solidità difensiva, ma anche cronica incapacità nel creare occasioni da rete.

Ai problemi già noti (la mancanza di un laterale di sinistra efficace in fase di spinta, il difficile inquadramento di Phil Foden, il depotenziamento che sta subendo Jude Bellingham) si è aggiunto quella della mediana. In realtà problemi in mezzo già c’erano, con la mossa di Southgate di spostare Trent Alexander-Arnold a centrocampo che non ha sortito fin qui gli effetti desiderati. Il tecnico inglese quindi, contro la Slovenia, è tornato sui suoi passi, togliendo il giocatore del Liverpool e inserendo al suo posto un vero centrocampista nella figura di Conor Gallagher.

Purtroppo per Southgate (e per l’Inghilterra) la prova del calciatore del Chelsea non ha fornito  ciò che serviva al centrocampo inglese e la stampa d’Oltremanica non ha mancato di sottolinearlo.

E così, dopo un primo tempo con soli 7 passaggi su 20 eseguiti in avanti (secondo quanto riportato da The Athletic) Southgate ha deciso di fare a meno di Gallagher, sostituendolo con Kobbie Mainoo. Il centrocampista del Manchester United ha fatto decisamente meglio del compagno di squadra, anche se non ha avuto un impatto tale da rendere più pericolosa la squadra.

E, d’altra parte, non spettava certo al diciannovenne di Stockport rendere più agile la manovra inglese in zona di rifinitura. Compito che invece doveva toccare ad un Bukayo Saka ridotto a zero dribblinng completati (dopo averne realizzati cinque nelle rpecendenti gare). Alla Slovenia andava ovviamente bene così. Kek era ben lieto di rinunciare al possesso per cercare di dettare il contesto tattico attraverso la copertura degli spazi, consapevole che un pareggio avrebbe mandato i suoi agli ottavi.

Missione compiuta: la Slovenia non creava nulla ma limitava l’Inghilterra, finendo così per centrare un risultato storico. Il tutto, come ricordato in apertura, dietro lo scolastico ma ben fatto 4-4-2 di una volta.

Sostieni La Gabbia

2,00 €

Lascia un commento