Al di là della partita Analisi tattica La mossa tattica

Tedesco ha aggiustato il Belgio

La vittoria sulla Romania (2-0) rilancia le quotazioni del Belgio e riporta in alto le quotazioni di Domenico Tedesco. Il tecnico di origini italiane era con le spalle al muro dopo l a sconfitta dell’esordio, subita ad opera della Slovacchia.

Per affrontare una sfida che si presentava subito come decisiva, Tedesco ha deciso di apportare dei cambiamenti significati nell’undici di partenza: fuori Zeno Debast e reinserimento del trentasettenne Jan Vertonghen in difesa; coppia di centrocampo più bilanciata con la promozione del qualitativo Youri Tielemans accanto al difensivo Amadou Onana; ricostruzione della catena di destra tramite l’innesto di Dodi Lukebakio.

Tuttu cambiamenti che hanno sortito un effetto positivo sull’undici belga. Nella linea arretrata, nonostante l’età, Vertonghen si è dimostrato efficiente, andando ad ancorare una linea che era completata da Arthur Theate e Wout Faes.

Davanti a loro, al posto della muraglia difensiva issata nella prima gara contro la Slovacchia (con la soluzione del doppio schermo difensivo, rappresentato da Onana e Orel Mangala) Tedesco mandava in campo un elemento abile in fase di possesso e di regìa come Tielemans. Il centrocampista dell’Aston Villa dava al Belgio ciò che era mancato all’esordio europeo, vale a dire un elemento in grado di ripulire i palloni e di collegare la fase di costruzione con quella di rifinitura. I benefici apportati dalla presenza del No.8 sono ben evidenziato dal dato Sics relativo ai passaggi chiave (quei passaggi che permettono di superare almeno una linea difensiva avversaria) che ha visto Tielemans primeggiare con ben 6.

In avanti poi i belgi potevano contare su uno schieramento particolarmente offensivo che Tedesco aveva impostato con Jérémy Doku largo a sinistra, Kevin De Bruyne a ridosso di Romelu Lukaku e con Lukebakio a giostrare fra il mezzo spazio e la fascia destra, zona quest’ultima dove l’attaccante del Siviglia combinava con Timothy Castagne.

Proprio il lavoro di Lukebakio e Castagne creava più di un problema alla Romania su quel lato di campo. Conu n centrocampo di maggior tasso tecnico e con elementi propositivi e abili nel dribbling lungo le corsie esterne, De Bruyne si è potuto concentrare sul lavoro da svolgere in fase di rifinitura, riuscendo a costruire interessanti legami tecnici con gli altri elementi qualitativi della squadra, in particolare Doku (con 8 passaggi fatti da KdB verso il suo compagno nel Manchester City e altrettanti ricevuti).

Nell’immagine prodotta con  VideoMatch Presenter di Sics verdiamo il Belgio che invade la trequarti rumena utilizzando lo spunto di Doku sulla sinistra e accompagando l’azione dell’esterno con molti giocatori.

Davanti poi Lukaku ha lavorato meglio del solito. Anche se il centravanti della Roma è arrivato all’incredibile numero di tre gol totali annullati dal Var in due partite, stavolta il suo contributo è stato efficace, specialmente quando chiamato a difendere palla spalle alla porta.

In questo l’utilità di Lukaku è un concetto ancora valido: molte volte infatti i compagni di squadra si appoggiavano a lui per ricevere poi uno scarico e proseguire nell’azione offensiva.

Certamente la compagine belga deve migliorare in alcuni aspetti del proprio gioco, a partire dalla gestione delle transizioni. Però il passo in avanti fatto rispetto alla partita con la Slovacchia è stato notevole. Il Belgio ha creato molto e, con maggior precisione al tiro, avrebbe potuto vincere con un punteggio anche più largo.

La prima rete inoltre, realizzata dopo pochi secondi dall’inizio della partita, è stata indice della volontà del gruppo di andare a riprendersi quanto lasciato per strada all’esordio.

La squadra sembra essere tutta dietro Tedesco. Per il Belgio si tratta ora di replicare questa prestazione e di uscire in una buona posizione da un gruppo E che, al momento, vede quattro squadre a pari merito con tre punti ciascuna.

pascal-meier-Eo4TLdqXZkY-unsplash

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