Al di là della partita Analisi tattica

Come la Slovacchia ha battuto il Belgio

La stampa britannica ha definito la vittoria della Slovacchia sul Belgio (1-0) una delle più grandi sorprese nella storia degli Europei. Certamente Domenico Tedesco, allenatore dei Belgi, può recriminare per il numero di occasioni gettate al vento dai suoi, in particolare da Romelu Lukaku. L’attaccante della Roma, da solo, ha infatti avuto a disposizione più expected goals di tutti quelli prodotti dalla squadra slovacca.

Tuttavia, al netto delle due reti annullate dal Var, il Belgio ha fatto fatica contro la Slovacchia e questo pur disponendo di una rosa nettamente superiore. Il primo tempo è stato particolarmente significativo, con i ragazzi di Tedesco che non riuscivano a creare grossi pericoli dalle parti di Martin Dúbravka, anche a causa dell’organizzazione difensiva messa in piedi da Francesco Calzona.

L’ex tecnico del Napoli infatti ha ancorato la sua squadra in un 4-5-1 senza palla, con un impenetrabile trio di centrocampisti a far blocco in mezzo al traffico (Juraj Kucka, Stanislav Lobotka e Ondrej Duda), supportato dai rientri di Ivan Schranz e Lukáš Haraslín lungo le corsie esterne.

Questa organizzazione in blocco medio negava al Belgio l‘accesso alla trequarti. Il risultato era che Kevin De Bruyne si ritrovava ad essere disconnesso dal resto della squadra, col Belgio che provava (in verità nemmeno troppo) ad affidarsi al mismatch fra Jérémy Doku e Dávid Hancko sul proprio lato destro d’attacco.

Se la fase difensiva slovacca è risultata interessata, ancor più meritevole di attenzione è stata quella di costruzione. Costruire dal basso è uno dei marchi di fabbrica della Slovacchia di Calzona e la partita col Belgio ne è stata una conferma.

Sotto questo punto di vista gli elementi cardine della prima parte di possesso della formazione dell’est Europa sono stati ancora una volta Dúbravka e Lobotka. Per quanto riguarda il primo, il portiere del Newcastle ha costantemente cercato di costruire alternando giocate sul lungo ad altre sul corto, soprattutto nel primo tempo.

Dal report  Sics si notano le linee di passaggio di Dúbravka contro il Belgio.

A partire dalla parte finale della prima frazione di gioco e, successivamente, nella ripresa, le giocate del No.1 slovacco sono andate più sul lungo. Questa opzione, volta a superare immediatamente la pressione alta dei belgi, scaturiva anche dalla disposizione scelta da Calzona per iniziare l’azione.

Disposizione che prevedeva di tenere i tre attaccanti all’altezza della metà campo. In questo modo la Slovacchia poteva agilmente giocare una palla diretta verso i propri riferimenti più avanzati, sfruttando l’atletismo dei tre giocatori in situazione di uno contro uno con i difensori del Belgio.

In questa prima di tre immagini prodotte con VideoMatch Presenter di Sics osserviamo proprio una delle soluzioni costruttive della Slovacchia: la palla diretta in avanti per giocare l’uno contro uno degli attaccanti contro i difensori belgi.

Quando poi la Slovacchia riusciva a gestire palla in zona di sviluppo, le linee guida sono state quelle tipiche di una squadra di Sarri, con movimenti palla avanti, palla dietro, palla nello spazio e combinazioni fra i giocatori. Il tutto ruotando intorno alla regìa di Lobotka: il centrocampista del Napoli ha registrato una partita da 39 passaggi ricevuti e 51 effettuati, con una percentuale di riuscita del 94%.

I costanti movimenti a smarcarsi di Lobotka hanno reso difficile ai Belgi il contenimento del play slovacco.

Ma mano che la partita procedeva, il Belgio riusciva a creare delle occasioni, con Tedesco però costretto prima ad abbassare De Bruyne e, poi, ad inserire via via i vari Johan Bakayoko, Youri Tielemans, Loïs Openda e Dodi Lukebakio. L’arretramento di KdB era dovuto al fatto che, con una mediana inziale composta da Orel Mangala e Amadou Onana, non arrivavano palle pulite in avanti. Il riposizionamento del No. 7 nella zona nevralgica doveva quindi rendere più fluida l manovra belga. 

Proprio il trequartista del Manchester City aveva tracorso i primi quarantacinque minuti di gioco cercando di trovare posizione ai lati di Lobotka, ma senza ricevere molta assistenza dai compagni.

Il centrocampo slovacco ha cercato di negare accesso a De Bruyne da parte dei compagni.

Alla fine l’all-in di Tedesco non portava al pareggio. Risultato che, in fondo, il Belgio avrebbe anche meritato. Ma questo non avrebbe tolto nulla ai meriti della Slovacchia (che affronta questo torneo senza un vero attaccante in grado di fare la differenza) e ai demeriti del Belgio. Tedesco avrà ora tempo a disposizione per ripensare alla formazione iniziale e alla gestione delle sostituzioni. E alla titolarità di Lukaku.

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